L’amore per la moto e la montagna quest’anno mi ha portato nel mese di Luglio ad un viaggio sui Passi delle Alpi Francesi, che i cittadini d’oltralpe amano chiamare Colli, e in Valle D’Aosta in compagnia di mio figlio Jacopo, Antonio, Marco e due amici pugliesi Matteo e Antonella.
18-07-2010
Partenza da Assisi in autostrada fino a Cuneo dove è cominciato un meraviglioso saliscendi di curve e tornanti che in cinque giorni ci ha accompagnato fino in Val D’Aosta. Inizia da Vinadio il nostro peregrinare, la strada per il Santuario di Sant’Anna di Vinadio e il Colle della Lombarda è stretta e ostica anche senza traffico, pensate affrontata la domenica pomeriggio con la presenza ulteriore di numerosi Camper. Con attenzione raggiungiamo il Santuario a oltre 2000 metri di quota, la bellezza del luogo ci ripaga dello sforzo effettuato. Visita al Santuario e poi su verso il Colle ed il confine, ora ci si può rilassare vista la presenza di soli motociclisti. Foto di rito poi discesa, attraversando Isola 2000, in terra Francese e sosta per la notte a S. Etienne de Tinèè.
19-07-2010
La mattinata è serena e senza nubi, ci aspetta uno dei giganti del nostro itinerario, il Colle della Bonette ritenuto dai Francesi il valico asfaltato più alto delle Alpi 2802 metri di quota.
I 26 km. che ci separano dalla sommità sono un vero spasso per la mia Gs, curve ampie, strada deserta che dopo aver lasciato i boschi sembra snodarsi nel nulla, sulla sommità un panorama da urlo. Lasciata la moto saliamo a piedi un ripido pendio che ci porta in cima al Colle a 2862 metri di altitudine da dove il nostro sguardo spazia a 360° sui Parchi Nazionali Francesi delle Alpi Marittime e del Mercantour, ora la Bonette è veramente conquistata. La successiva discesa verso la valle dell’Ubaye, e le risalite del Colle della Maddalena e il Col de Vars sono il prologo all’attacco di uno dei miei passi preferiti, un luogo da dove riesco ad apprezzare in modo particolare la maestosità delle Alpi, il Colle dell’Agnello. 2744 metri solo quattordici più basso dello Stelvio, molto meno famoso, sicuramente altrettanto affascinante e soprattutto non inflazionato dal turismo di massa. Da Chateau de Queiras la strada sale verso la sommità del Colle, a lunghi rettilinei si alternano stretti tornanti che le nostre moto affrontano sicure, il divertimento è garantito, ma in cima la sorpresa, nonostante il tempo splendido, un fitto nebbione impedisce la vista sul versante Italiano e sul Monviso ma posso garantirvi che questo panorama da solo vale un viaggio avendolo ammirato in altre occasioni. La scalata alla Casse Deserte famosa per il suo paesaggio paragonabile a quello lunare e al Col d’Izoard teatro di battaglie del Tour de France, ci portano a Briancon dove è previsto il fine tappa non prima di aver visitato la splendida Citè Vauban parte antica e fortificata della città.
20-07-2010
Sveglia presto, il percorso che ci attende oggi è lungo e con parecchi Colli da scalare, siamo gasati al punto giusto visto anche il tempo splendido. Raggiungiamo in breve il Col du Lautaret grazie alla carreggiata larga e senza difficoltà osservando lo stupendo panorama sui ghiacciai del Massiccio degli Ecrins che diventa totale una volta saliti al Col du Galibier a 2645 metri di quota dove le vette della Meije e Bar des Ecrins dominano la scena. Il passaggio sul successivo Col du Telegraphe ci conduce a Modane punto d ingresso della galleria del Frejus e da lì nel Parco Nazionale della Vanoise. C’è ancora molta strada per la meta finale ma una deviazione è d’obbligo per ascendere al Colle del Moncenisio sulla parte più alta del quale ci accoglie il lago dal meraviglioso colore turchese ricoperto da una leggera coltre di nebbia che rende unico il paesaggio. E’ il momento ora di conquistare un’altra ambiziosa meta, forse la più difficile del viaggio, la strada carrozzabile più alta delle Alpi dal fascino unico, il Col de l’Iseran. Da Bonneval, splendido paesino dai tetti di pietra, i 14 km di scalata al Colle sembrano strappati dall’uomo alla natura con gallerie strette e buie scavate nella pietra, muretti di sostegno a strapiombo su precipizi infiniti, neve e acqua a malapena deviata dalla carreggiata, man mano che la strada sale aumentano i giri del motore della mia Gs è un piacere ascoltarlo nel silenzio totale dell’immensità di questa natura. Eccoci sulla sommità, i 2770 metri dell’Iseran sono sotto le ruote delle nostre moto, mi sorprendo per la totale mancanza di raffiche di vento sempre presenti nei miei precedenti passaggi sul Colle. Lo sguardo spazia sulle montagne del massiccio della Vanoise dove le cime della Grande Motte e la Grande Casse spiccano oltre i 3500 metri di altitudine. E’giunto il momento di rientrare in Italia, dopo il passaggio a Val d’Isere, famosa località sciistica Francese ci pensa la statua di S. Bernardo con la mano tesa, posta alla sommità del valico del Piccolo S. Bernardo, ad indicarci la strada per Aosta.
21-22/07/2010
La Val d’Aosta evoca in me suggestivi ricordi, dal viaggio di nozze in moto, alle vacanze, ai vari motoraduni a cui negli anni ho partecipato. Uno di questi, che ricorre ogni anno dal 1999, è purtroppo triste legato alla memoria di Pierlucio Tinazzi detto Spadino che morì, a 37 anni, con la sua Bmw K 75 nel rogo del traforo del Monte Bianco dopo aver estratto vive 10 persone. Andiamo ad omaggiarlo visitando la stele a lui dedicata in ingresso galleria appena al di sotto dei ghiacciai perenni di sua maestà il Monte Bianco. La tristezza per il sacrificio di un motociclista e la gioia per l’infinita bellezza del posto si fondono in noi rendendoci tristi e felici allo stesso momento, è questa una delle leggi della vita. Bando ai sentimentalismi, moto deve essere e moto sia, allora avanti, senza esitazione, sui tornanti del Colle del Gran San Bernardo, tra nuvole basse e foschia rimpiangendo il bel tempo dei giorni passati. La strada, ottima fino all’ingresso della galleria, diventa difficile per i tanti cantieri sulla carreggiata creandoci qualche apprensione fugata dal cartello del Colle posto a 2473 metri di quota.Visitiamo l’Ospizio dei frati che custodisce il famoso allevamento di cani S. Bernardo approfittando del posto per riscaldarci vista la temperatura esterna di tre gradi. Dopo una breve divagazione Svizzera nella valle di Mauvoisin, risaliamo la Val Pelline fino al suo punto superiore per ammirare il lago di Place Moulin che fa intravvedere sullo sfondo il Ghiacciaio delle Murailles ed il Cervino. La Valle di Cogne con le cascate di Lillaz, la visita al Castello di Fenis e l’immancabile sgroppata a Cervinia, purtroppo coperta di nubi che ci lasciano solo intravedere la punta del Cervino, sono l’epilogo di questo meraviglioso viaggio che dopo 2500 km. fortunatamente senza inconvenienti per le moto e i protagonisti, ci ha portato a conoscere alcune tra le strade più belle dell’Arco Alpino.