Il maltempo a fare da padrone della manifestazione, questa la prima considerazione che mi sento di esprimere. Sono giunto alla mia ventesima partecipazione ma mai come quest'anno la pioggia ha fatto da ospite indesiderata al 34° Dolomiti International organizzato dal Moto Club Spinea.
Infilata l'antipioggia affrontiamo i tornanti di Passo Pordoi, ora il tempo è leggermente migliorato, consumiamo un caffè e rinfrancati puntiamo verso il Passo Giau. La strada asciutta è coinvolgente e contribuisce notevolmente al piacere di condurre le nostre moto su curve e tornanti della salita aprendo il gas ogni volta che ne abbiamo la possibilità. Il valico è raggiunto, sostiamo per qualche foto e per ammirare le Dolomiti con le loro guglie appuntite che si stagliano nel cielo grigio intorno a noi. Di nuovo pioggia sulla discesa del Passo che ci accompagna copiosa fino a Cortina e a Calalzo di Cadore sede della manifestazione. La giornata termina con la cena in un'atmosfera di cordiale amicizia col Presidente e amico Gigi Faraon e gli altri partecipanti compagni delle precedenti edizioni.
Il risveglio del venerdi avviene con brutti presentimenti, piove a dirotto, di li a poco squilla il cellulare è Gigi, il presidente annuncia che vista la giornata non farà uscire le staffette per frecciature e controlli sul percorso ma organizzerà un autobus e dei pulmini per trasportare tutti i partecipanti sul tragitto stabilito. Chi più di buon grado chi meno (io) accettiamo la soluzione apprestandoci alla partenza. Auranzo di Cadore, Lago di Misurina, man mano anche i più scettici, tra cui il sottoscritto, danno ragione alla scelta fatta vista la quantità di acqua che il cielo ci regala concedendoci solo una breve tregua per la sosta panino e la visita al lago di Braies. In tutti noi motociclisti c'è rammarico pensando alla strada percorsa e ancora di più vedendo le belle curve che ci portano a Santa Maddalena in Val Casies per il pranzo. Se fosse stata un'altra giornata sarebbe stato appagante girare su curve e tornanti di questo pezzo di Dolomiti fra sconfinate foreste di abeti e il profumo dell'erba appena tagliata. Il ritorno avviene per San Candido, il Passo di Monte Croce di Comelico con solo 5 gradi di temperatura e nuvole basse fino al rientro.
Sabato altro giorno stessa pioggia incessante, oggi però niente ci ferma. Pronti alla partenza un concorrente ogni trenta secondi sfila in sequenza secondo il proprio numero. Dopo Lozzo di Cadore ecco avviarci a percorrere con attenzione gli stretti e bagnati tornanti per Sella Ciampigotto. Non solo pioggia ma anche fuoco vedendo, alla sommità del passo il camino del rifugio Fabbro avvolto dalle fiamme, niente paura anche questo è Dolomiti International. Breve sosta per qualche foto ed eccoci impegnati sulla severa discesa per Sauris dove l'organizzazione ha previsto un controllo a tempo e l'assaggio del proscitto friulano prodotto dalla ditta Wolf.
Dopo lo spuntino affrontiamo le galerie prima di Ampezzo, la cui strada è ricoperta da sampietrini bagnati con la massima attenzione e la minima velocità pari a quella che serve sui tornanti in salita della Forcella Rest dove i rettilinei non superano i 30 mt. di lunghezza, nota positiva non piove più così dopo la discesa su Maniago possiamo raggiungere rilassati Barcis col suo lago dove ci aspettano prove di abilità e il pranzo.
Dopo tanta pioggia finalmente fa capolino il sole, felici ci tuffiamo sul tragitto per il Passo Sant'Osvaldo e quello per Erto e Casso, obbligatoria una foto alla frana del Monte Toc che provocò la tragedia del Vajont prima della sosta alla diga. La visita e la cerimonia con la consegna di fiori da parte dei partecipanti in memoria delle circa 2.000 vittime della catastrofe dell'ottobre del 1963 fanno da prologo alla discasa per Longarone e al rientro a Calalzo.
Domenica la manifestazione prevede il passaggio a Forcella Staulanza e al Passo Falzarego prima dei controlli a Cortina e il rientro a Calalzo di Cadore ma tanto per rimanere in tema piove a catinelle e non è previsto alcun miglioramento stanchi di tanta pioggia decidiamo di abbandonare la manfestazione anticipando il rientro.
Salutati gli organizzatori prendiamo la strada di casa con la speranza che per la prossima edizione il meteo sia più clemente.
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