Non nascondo che le gite al mare in moto non hanno mai solleticato la mia fantasia, questa volta però la curiosità di osservare la Costa Concordia arenata presso il porto dell'isola del Giglio a fatto si che l'eccezione confermi la regola.
Indeciso sulla mia partecipazione all'ultimo momento mi aggrego al gruppo di motociclisti per l'escursione. I dubbi che avevo erano fondati, per strada i 200 km. fino a Porto S. Stefano sull'Argentario sono stati proprio un'imprudente volata. Arrivo all'imbarco all'ultimo istante deluso a causa dell'andatura troppo veloce tenuta in moto sul tragitto. Ho solo il tempo per il biglietto (27 euro a./r.) e per salire sul traghetto della Toremar, ora finalmente posso permettermi, rilassato, un caffè al bar della nave. Mentre il traghetto si avvicina al porto del Giglio inizio ad intravvedere la sagoma della Concordia fino a passargli davanti a pochi metri. La vista è veramente spettrale e desolante, il gigante del mare è stato riportato sulla linea di galleggiamento ma a detta di tanti esperti gran parte della nave è tuttora sotto la superficie dell'acqua. E' impressionante vedere ponteggi, grù e impalcature costruite intorno al relitto per dare modo agli addetti ai lavori di poterne permettere un giorno la rimozione.
La strada del ritorno, percorsa in solitario ad andatura turistica, tra Maremma e Tuscia Viterbese mi regala scorci naturalistici incomparabili grazie alla primavera che sta arrivando e vedute imponenti su città di elevato valore storico ed artistico come Manciano, Pitigliano e Orvieto.
Una volta a casa, ripensando alla giornata intensamente vissuta, tanti sono i pensieri che affollano la mia mente, una cosa però mi è ben chiara voglio vivere la moto come ho sempre fatto godendomi le curve e la strada contemplando ciò che mi circonda lasciando ad altri la voglia di volata.
Passeggiata sul lungo mare per osservare la Concordia dal lato dove è avvenuto l'impatto con gli scogli ed ecco il suono della sirena del traghetto che ricorda a quanti lo desiderano che è il momento di ripartire. Impiego l'ora di traversata per il ritorno per ragionare su quanto è avvenuto ricordando le 32 vittime e le parole degli abitanti dell'isola che giudicano l'incidente "una tragedia annunciata" visto che da sempre le navi da crociera transitano troppo vicine alla costa. Dopo lo sbarco e lo spuntino per il pranzo non rinuncio a qualche foto immortalando alcuni angoli tra i più suggestivi dell'Argentario.
La strada del ritorno, percorsa in solitario ad andatura turistica, tra Maremma e Tuscia Viterbese mi regala scorci naturalistici incomparabili grazie alla primavera che sta arrivando e vedute imponenti su città di elevato valore storico ed artistico come Manciano, Pitigliano e Orvieto.