Il Conte Cagliostro è stato uno dei personaggi più misteriosi e ambigui del 18° secolo, esoterista, alchimista, stregone, mago, fu condannato dal Papa Pio VI come eretico nel 1789 e rinchiuso nelle prigioni di Castel Gandolfo. Nel 1791 venne trasferito e segregato nella Rocca di San Leo in una stanza prigione, calato da un pertugio nel soffitto veniva controllato giorno e notte per paura che, grazie alle sue arti magiche, riuscisse a scappare. Il Conte morì in questo luogo nell'anno 1795. Oggi in una splendida e lucente giornata di Novembre con gli amici Francesco Gianfranco e Marco già affiatati e collaudati dal viaggio compiuto in Luglio sulle Alpi Francesi, sono andato a fargli visita.
A guidare il gruppo verso Gubbio, Urbania e Sassocorvaro è Francesco col suo Gs nuovo con tanto di navigatore, io dietro a Marco mi crogiolo imitando le loro pieghe, non da meno è Gianfranco che ci tallona da presso e che seguo negli specchietti della mia Adv. Breve sosta in centro a Sassocorvaro per un caffè e uno sguardo al suo castello ed eccoci di nuovo sulla via verso San Leo. Superata la sommità di una collina dopo l'abitato di Montecopiolo all'orizzonte ci appare, grazie alla mattinata serena, San Marino e oltre il mare Adriatico, è proprio un bel vedere.
San Leo accoglie noi e le nostre moto ma già da lontano appare la sua imprendibile fortezza magnificamente ubicata su uno sperone di roccia, foto a ripetizione e ingresso in città dall'unica porta percorribile al termine di una strada incastonata nella parete rocciosa.
Parcheggiate le moto ci apprestiamo alla visita alla Rocca, prima le sale dove sono conservate ogni tipo di armi antiche e strumenti di tortura e infine la famosa cella prigione del Conte col letto in legno dove Cagliostro trascorse gli ultimi giorni della sua vita. Da rimarcare, una volta tornati all'aria aperta sulla sommità della fortezza, il panorama a tutto tondo sul Montefeltro. Il caldo tepore di metà giornata ci permette uno spuntino all'aperto davanti ad un bar nella piazza centrale del paese chiacchierando di moto in amicizia e allegria.
Sulla via del ritorno ci godiamo ancora l'abitato di Novafeltria e soprattutto Pennabilli dove è obbligatorio uno sguardo al centro storico che d'infilata ci permette di vedere, con una sola occhiata, la Cattedrale, il Castello e la Croce posta sul cocuzzolo che sovrasta il paese. A Carpegna, vista l'ora tarda, decidiamo di percorrere la galleria fino a Sant'Angelo in Vado che ci consente di guadagnare tempo sfruttandolo sulle curve che ci portano al Passo di Bocca Trabaria e di li a poco a S. Giustino e in superstrada fino a casa.
P.S. La giornata necessita di una considerazione, sulla sommità del valico di Bocca Trabaria fa bella mostra di se un cartello appeso al muro con una scritta adattissima all'evento odierno e alla maggior parte degli eventi di questo mio Blog. "Amicizia, passi di montagna" queste parole racchiudono l'essenza del mio andare in moto, leggetele, sicuramente sarete d'accordo con me!!!!!
N.B. il cartello è una stele in ricordo di Marco Devi motociclista di Piandimeleto (PU) purtroppo deceduto nel 2013 in un incidente con la sua moto.