Un'altro giro sulle Alpi è stato compiuto, fra poco un'altro capitolo della mia storia sull'arco alpino, questa volta con Marco e Francesco, sarà scritto perchè un viaggio in moto è bello tre volte, una quando lo prepari, una quando lo compi, una quando lo racconti.....
Stravolgo gli stereotipi di ogni racconto in moto partendo dall'ultimo giorno, da quella che è stata una parziale delusione. Abbiamo dormito a Livigno, il temporale ha imperversato per tutta la notte e le previsioni non promettono nulla di buono. Ingannevoli sono stati i raggi di sole mentre riempiamo i serbatoi delle nostre moto (a proposito mai visti 30 litri pagati poco più di trenta euro) che già al Passo del Foscagno piove. Indossiamo le tute antipioggia e proseguiamo, vorremmo visitare le torri di Fraele e i laghi di Cancano. Imboccata la salita, a Pedenosso ci fermano, una frana, poco più su sbarra il passaggio, tanto che il giorno precedente hanno evacuato anche alcune famiglie, non ci resta che tornare indietro e dirigerci verso Bormio. La butta giù che è un piacere, salire al Passo dello Stelvio non varrebbe la pena, sia per la pericolosità degli oltre 70 tornanti con il poco piacere di guida e soprattutto per il panorama completamente interdetto da nuvole e pioggia. Procediamo allora verso Tirano, Passo dell'Aprica, Edolo e Brescia, sempre pioggia, alla fine saranno 200 km. percorsi in quelle condizioni. Adesso non ci resta che l'epilogo, autostrada fino a casa..... Ahhhh dimenticavo, c'è da raccontare tre giorni di curve e tornanti, di panorami incomparabili e sano mototurismo.
1° Giorno
Prima dell'alba siamo già in moto, l'intento è quello di toglierci, nel modo più indolore possibile, il trasferimento in autostrada. Sono le 11,00, siamo all'uscita di Ivrea 600 km in poco più di 5 ore obbiettivo raggiunto in pieno. Finalmente inizia l'avventura verso il Parco Nazionale del Gran Paradiso, verso quelle Alpi tanto desiderate. Courogne, Locana, Ceresole Reale, ci siamo la valle si stringe sempre più e la strada comincia a salire, curve e tornanti da percorrere con attenzione vista la mancanza di parapetti, qualche km. e appare il colore azzurro del lago Serrù sbarrato da una diga. Ancora salita con rettilinei poco più lunghi delle nostre moto ed è la volta dell'invaso dal colore verde smeraldo del lago Agnel. Saliamo e saliamo ancora fino alla splendida terrazza posta a 2612 metri del colle del Nivolet, ora i due laghi e le montagne del Gran Paradiso appaiono in tutta la loro maestosità. Il premio per essere arrivati fin quassù è quello di essere in moto fra le nuvole ad ammirare tanta bellezza cogliendone le sfumature più straordinarie. Ha proprio ragione il cartello posto a guardia del colle che recita "Scopri il Paradiso che ti circonda".....
Un ultimo sguardo ed è l'ora di rientrare, percorriamo a ritroso la strada fino ad Ivrea e bypassando Aosta dirigiamo le moto verso Etroubles, ridente paesino turistico con un centro storico pieno di fiori, situato sulla strada per il Gran San Bernardo, domani sarà la base di partenza verso i passi alpini della Svizzera.
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2° Giorno
L'aria frizzantina del primo mattino fa cantare i motori delle nostre Gs sulle ampie curve verso il colle del Gran San Bernardo, pochi km. e siamo in vetta, l'azzurro del cielo è meraviglioso, il panorama incomparabile, capiremo poi quanto queste sensazioni ci serviranno affrontando il lungo trasferimento sulle strade elvetiche molto trafficate e piene di limiti di velocità da Martigny a Brig e poi su fino ad Ulrichen dove finalmente ricomincia il divertimento e il piacere della guida sulla strada che conduce al Nufenenpass il più alto della Svizzera posto a 2478 mt. Nuvole nere si stanno ammassando sul passo un'occhiata veloce e ritorniamo sui nostri passi forse la cosa che ricorderemo con maggiore piacere è la neve che ancora si ammassa lungo i tornanti della strada.
Col Passo Nufenen abbiamo iniziato quello che i motociclisti elvetici chiamano l'ottovolante, una sequenza di passi in rapida successione, ci adeguiamo percorrendo gli altri partendo da Gletsch e seguendo nell'ordine il Furka col fiore all'occhiello del ghiacciaio dal quale nasce il Rodano anche se in verità posso testimoniare che a circa trenta anni dalla mia prima visita si è ritirato in maniera esponenziale. Il Grimsel conosciuto per le sue dighe atte alla produzione di energia elettrica e famoso tra i motociclisti per il monumento a noi dedicato costruito in ferro e posto sulla sommità del passo. Il Susten la cui strada carrozzabile è una delle più recenti delle Alpi costruita nel 1946 fra ghiacciai e cascate una delle quali sovrasta una galleria che attraversiamo prima di arrivare alla cima.
La giornata sta giungendo al termine, per la notte scegliamo il paese di Andermatt ridente cittadina del cantone degli Uri posta al centro della confluenza delle valli del famoso ottovolante.
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3° Giorno
E' il momento di completare l'ottovolante dei passi svizzeri iniziato ieri, saliamo verso il San Gottardo che raggiungiamo in poco tempo vista la larga carreggiata. Per rendere più avventurosa e accattivante la discesa imbocchiamo la strada della Tremola facente parte della via Francigena, la prima strada a collegare il Cantone degli Uri al Canton Ticino. I tornanti tagliano la montagna col fondo stradale costituito da sampietrini, attenzione alla guida e divertimento si fondono nel raggiungere Airolo.
Affrontiamo un nuovo trasferimento verso Bellinzona, tornano i limiti torna il traffico. Anche stavolta in soccorso ci viene la strada verso un passo il San Bernardino, prima tranquilla poi la salita diventa spumeggiante con fondo perfetto, non nascondo di avere percorso l'ultimo tratto di tornanti con la manetta un po' più spalancata. La discesa verso il paese di Splugen ci fa riprendere fiato e già penso all'ascesa verso il passo omonimo, so che da li rientreremo in Italia... Per i miei gusti due giorni in Svizzera sono stati più che sufficienti. La serpentina di tornanti che fa assomigliare la strada ad un cobra arrotolato ci porta al Passo dello Spluga e successivamente sul lago di Montespluga, che bello finalmente un caffè come si deve con tanto di sanmbuca di correzione.... Pensavo di passare la notte a Chiavenna ma è primo pomeriggio, il tempo sembra reggere, propongo ai compagni di viaggio di arrivare a Livigno, in fondo cosa sono 80 km. in più? Idea pienamente accettata, senza pensarci ci dirigiamo verso il passo Maloja, il lago di Silvaplana, S. Moritz e il Passo Bernina dominato dal ghiacciaio della Diavolezza, il tempo ci è amico sostiamo a lungo per le foto di rito e per i vari commenti, raggiungendo poi dal passo Forcola e la valle di Livigno, poco dopo soddisfatti siamo in albergo. Il commento è unanime: "è stata davvero una bella avventura".....
E la notte??? Stanotte nessun problema dormirò perchè so già come andrà domani, pioggia e ancora pioggia ma questa è storia già raccontata all'inizio di questa meravigliosa avventura di moto....
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Non cerco niente, prendo semplicemente tutto il bello che arriva..... (il lupo)
V i d e o