“Ogni tanto una zingarata fa bene al cuore”...
Quella di sabato e domenica con Francesco, Maurizio ed Enrico motociclista veneto, è stata davvero una zingarata di quelle eclatanti. Non tanto per i 1500 km. percorsi ma soprattutto per le 28 ore che abbiamo dedicato alla moto tra trasferimenti e strade delle Alpi per scoprire come la stagione autunnale sta modificando i panorami prima della chiusura per la neve che ha già ricoperto le montagne.
Del cambiamento, rispetto all'estate, ci rendiamo subito conto salendo verso il Passo del Tonale, poca gente, pochi motociclisti, i prati e gli alberi compreso qualche pino stanno cambiando i propri colori dal verde intenso al giallo. Quello che invece resta invariato sono i profumi, gli odori intensi della montagna e soprattutto le curve, i tornanti tanti da ubriacarti una volta arrivati in cima. Il resto del bello lo fa il panorama sulla Presanella e L'Adamello competamente innevati.
La sensazione di solitudine aumenta salendo al Passo Gavia, nemmeno un mezzo incontrato sulla mulattiera che sale al valico, pensate la nostra felicità nel poter sfruttare i tornanti della strettissima carreggiata senza il timore di doversi arrestare inociando altri mezzi. Mai visto il parcheggio sul passo così vuoto, solo una coppia di motociclisti olandesi che stanno marcando il territorio apponendo uno scudetto sull'insegna del valico. E' bello essere qui da soli, anche il rifugio Bonetta però è chiuso, non ci resta che ripiegare verso Bormio per uno spuntino.
Potrebbe bastare abbiamo prenotato un albergo a Bormio, ma allora dove sta il bello? Imbocchiamo la statale della Valdidentro verso Livigno e, dopo poco, a Pedenosso svoltiamo verso le Torri di Fraele e i laghi di Cancano. La strada, con stretti tornanti, taglia la montagna portandoci sotto i resti delle due torri poste a guardia della valle e percorrendo una serie di gallerie, ad un altopiano intorno ai 1900 mt. da dove si gode un'ottima vista sui laghi.
Adesso si possiamo raggiungere Livigno dal Passo del Foscagno per un pieno di benzina ad euro 1,10 e tornare indietro a Bormio che è già scuro dopo una giornata follemente straordinaria.Sono le 08,00, ci avviamo a salire allo Stelvio la webcam sul passo consultata poco prima indica 0 gradi ma l'adrenalina che si impadronisce di noi nell'ascesa verso uno dei giganti delle Alpi allevia il freddo, anzi ci carica. Più saliamo più è bello, più curviamo più il panorama cambia allargandosi sui gruppi montuosi circostanti e sull'Ortles fino ad arrivare ai 2760 mt. del valico dove la neve ha già coperto i crinali delle montagne.
Dove ogni volta che arrivi provi una sensazione di onnipotenza, dove è più facile sognare, dove col sole dell'autunno, anche le foto in controluce diventano magiche, dove chi ama la moto e le strade di montagna non può che gioire di fronte a tanto splendore, dove vorresti restare in contemplazione fino all'infinito....
Dove, dove, dove, si sta facendo tardi, scendiamo allora i 48 tornanti verso Prato allo Stelvio godendoceli uno ad uno perchè da qui in avanti ci sarà da penare. Infatti i 50 km. che ci separano da Merano sono un vero supplizio, traffico, incroci, rotonde che ritardano ulteriromente la tabella di marcia. La musica cambia sulle curve verso Passo Palade, le affrontiamo di buon grado con il pensiero agli ultimi obbiettivi, Madonna di Campiglio e ancora due chicche. La prima le cascate del Nardis, i due rami della cascata hanno poca portata ma risultano ugualmente affascinanti e il lago di Toblino dove il suggestivo castello riflette la sua immagine nelle limpide acque.
E' proprio tardi, siamo a Trento all'ingresso dell'autostrada, sono le 17,00, salutiamo calorosamente Enrico che a Verona si dirigerà verso casa mentre noi con passo costante scendiamo verso Bologna dove è già buio. Il problema adesso è la statale E 45 di Verghereto, 14 cambi di carreggiata che col buio mettono a dura prova i nostri riflessi. Tutto bene, siamo a casa felici ma stanchissimi, d'altronde se tutto fosse stato facile che zingarata sarebbe stata???
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