Eccola l'idea maturata nel casco al ritorno dalla visita delle Cascate del Verde, un giro sugli altopiani Abruzzesi e come meta la Riserva Naturale delle Gole di San Venanzio. Affino l'itinerario con Oscar che aveva lanciato l'idea sul posto da visitare e pregusto già la giornata pensando che due mototuristi incalliti ed esperti come noi potranno solo pianificare una gita indimenticabile. Questa volta non voglio quantificare i km. che saranno comunque tanti ma una cosa è certa, con tale Amico e compagno di moto spero che non finiscano mai.
La mattina presto ha l'oro in bocca, al contrario delle nostre che sono completamente vuote vista l'ora e i bar chiusi, colmiamo il divario con cappuccino e cornetto a Fiamignano trampolino di lancio per l'altopiano di Rascino al confine tra Lazio e Abruzzo. La strada deserta sale aggrappata alla montagna fino al bivio per l'altopiano, percorriamo 10 km con fondo stradale disastrato, meglio gli ultimi sterrati ma ben conservati. Purtroppo la nebbia della prima mattina offusca parzialmente il paesaggio, un'occhiata d'intesa ci fa dire "sarà questo un motivo per un'altra visita".
Tornati sui nostri passi entriamo in Abruzzo dal valico La Forca posto a 1350 metri, la nebbia scompare mostrandoci dall'alto un paesaggio accattivante sui paesi sottostanti Lucoli e Tornimparte e sulle montagne del Parco Sirente Velino tagliate dall'Autostrada L'Aquila-Roma. Il nostro obbiettivo è l'altopiano di Campo Felice, tagliamo anche noi la montagna sulla strada che costeggiando la A 24 sale al Valico La Chiesola dove la strada si apre tra gli infiniti pascoli di Campo Felice fino agli impianti di risalita posti alla fine della valle.
E adesso, la strada terminava ai piedi della montagna, per anni ho cercato la via che le cartine davano per esistente che conduceva all'altopiano delle Rocche, niente non esisteva. Un pastore un giorno mi disse "devono costruirla, devono forare la montagna." Finalmente nel 2013 cadde l'ultimo diaframma e la galleria di Serralunga di 1299 metri fu aperta. Non nascondo la curiosità nel percorrerla pensando che un tempo occorrevano circa due ore e 70 km, adesso un minuto e davanti hai nostri occhi appare l'altopiano delle Rocche dove spiccano i paesi di Rocca di Cambio il comune più alto dell'Appennino 1434 mt. e Rocca di Mezzo.
Ancora qualche kilometro, gli ultimi dei quali attraversando le gole Di San Venanzio e raggiungiamo il paese di Raiano e da qui costeggiando un costone roccioso l'ingresso dell'Eremo.
Ci accoglie una gentile ragazza che oltre a farci da guida nei meandri dell'Eremo con sagacia ci spiega la vita del Santo originario di Camerino che nel suo vagare giunse presso il fiume Aterno prendendo alloggio nell'Eremo. Al suo interno scavata nella nuda roccia la Scala Santa dalla quale si accede a una spelonca dove il Santo faceva penitenza, morì martire per decapitazione nell'anno 250 dopo Cristo. Ci addentriamo poi sul sentiero che costeggia il fiume, purtroppo la vegetazione non permette la vista totale dell'Eremo riusciamo comunque ad intravvedere e fotografare il loggione che unisce le due pareti delle gole.
Soddisfatti risaliamo in moto, ci aspetta adesso una bella e lunga cavalcata prima sui tornanti in salita che uniscono Popoli a Navelli, poi le curve fra S.Pio delle Camere, Carapelle Calvisio e Calascio fra abetaie infinite, come compagnia il profumo di resina e la maestosa Rocca Calascio che dai suoi 1460 metri domina il territorio circostante. Saliamo e saliamo ancora fino al valico di Capo la Serra, ci siamo...l'Altopiano di Campo Imperatore dominato dai monti Camicia, Prena e Corno Grande ci appare in tutta la sua maestosità.
Dopo qualche minuto di sosta per gustarci l'infinità di quello che è denominato il Piccolo Tibet raggiungiamo un punto focale per tutti i motociclisti il Rifugio Mucciante punto d'incontro quasi obbligatorio per ogni biker che giri sull'altopiano dove si possono acquistare e cuocere i famosi arrosticini di pecora consumandoli di fronte alle proprie moto che si godono un meritato riposo.
Siamo ai titoli di coda, il rientro avviene per la solita strada, solita ma bella e particolare verso il Passo delle Capannelle e il Lago di Campotosto, lascio l'Abruzzo a malincuore terra meravigliosa e scrigno di bellezze naturali e paesaggistiche uniche che presto mi vedranno tornare, ma pensando agli altopiani non può mancarne uno sulla via di ritorno, non è in Abruzzo, ma quello di Castelluccio che si sta colorando di giallo per la nuova fiorita merita tutta la nostra attenzione... ma questa, a breve, diventerà un'altra storia....
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